Giro d’Italia 2019, Caruso si riscopre decisivo: “Ci ho messo tanta rabbia. Lavorare per Nibali è un’altra storia”

Damiano Caruso è tornato a esprimersi ad alti livelli nella quattordicesima tappa del Giro d’Italia 2019. Condizionato da un forte stato febbrile nelle prime giornate della Corsa Rosa, il portacolori della Bahrain-Merida si è rivelato di gran lunga il miglior gregario nella frazione che ha portato il gruppo a Courmayeur. Dopo aver favorito il tentativo di accelerazione del suo capitano, Vincenzo Nibali, sulle rampe del San Carlo, il siciliano è riuscito a non perdere troppo contatto prima dello scollinamento e a riportarsi sul gruppo dei migliori ai piedi dell’ultima ascesa di giornata. Qui, favorito anche dalla grande stanchezza dei capitani, è stato ancora una volta lui a scandire il ritmo nel drappello che ha inseguito lo scatenato Richard Carapaz, in grado di aggiudicarsi poi la tappa e di indossare la Maglia Rosa.

A margine della tappa l’ex BMC ha così commentato: “Da inizio stagione, per un motivo o per un altro, ho sempre un po’ inseguito la condizione che tardava ad arrivare. Ancora adesso – raccoglie La Gazzetta dello Sport – qualche strascico dell’influenza che ho avuto ce l’ho. Ma comincio a star bene e a prendere morale. Avevo gamba e ci ho messo pure tanta rabbia. Volevo dimostrare che Caruso è stato preso perché sa fare queste cose, non è un caso che venga considerato un gregario di lusso. E in giornate del genere, può essere determinante. Sono felice di averlo dimostrato e conto di potermi ripetere, nei prossimi giorni”.

Ancora una volta lo scalatore di Ragusa è tornato sul rapporto che lo lega al capitano, con il quale è cresciuto ciclisticamente insieme e col quale ha già condiviso la maglia della Liquigas in passato: “Per quattro anni (riferendosi al periodo trascorso in BMC dal 2015 al 2018) ho sempre lavorato per leader che, sì, grandi professionisti, ma non erano amici. Vincenzo lo è ed è un’altra storia”.

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